"Piazza Municipio"
E' il "salotto buono" di Arpino, Le sue linee architettoniche armoniose ed eleganti, le tinte calde e gentili delle sue facciate accolgono il visitatore per introdurlo nel cuore della città.
Centro della vita sociale, culturale e religiosa cittadina, la Piazza Municipio sorge sul sito dell'antico Forum romano, situato all'incrocio tra le assi viarie principali del decumanus, che comprende le odierne vie Giuseppe Cesari e dell'Aquila Romana e del cardo, corrispondente al tracciato dell'attuale Via del Liceo.
Un tempo parzialmente inglobata nel cortile di Palazzo Boncompagni, la piazza deve la sua sistemazione definitiva e il suo ampliamento al periodo della dominazione francese (1811-1814), quando assunse la sua attuale fisionomia architettonica ed urbanistica, recuperando la primitiva funzione di centro della vita cittadina.
Arrivando dalla via Giuseppe Cesari, che collega il centro con Fuoriporta, si nota sulla sinistra il monumento in bronzo a Caio Mario (1938). Di seguito, si erge la settecentesca facciata della Collegiata di S. Michele Arcangelo, dalle linee sobrie e regolari inframmezzate da elementi decorativi barocchi.
Sulla destra, ad angolo con la Via Cesari, il porticato dell'edificio che ospita il Liceo Ginnasio - Convitto Nazionale Tulliano.
Questo celebre luogo d'istruzione è l'erede del secentesco Collegio dei SS. Carlo e Filippo, a lungo diretto dai Padri Barnabiti.
Nel 1814 Gioacchino Murat, allora Re di Napoli, lo costituì "collegio con convitto", riorganizzandone i programmi di studio sul modello dei licei francesi e trasferendone le competenze allo Stato.
Nel 1820 l'istituto venne trasferito nel monastero soppresso delle Cappuccinelle, sede che venne di seguito ampliata con l'aggiunta dei locali dell'ex Teatro cittadino, caratterizzati dall'ampio ed elegante porticato esterno, fino a raggiungere, nel 1890, l'attuale aspetto.
Collegiata di S. Michele.
Salita l'ampia scalinata che conduce ai piani superiori, ci si trova nelle sale espositive della Fondazione Mastroianni. Vale la pena di salire fino al secondo piano del palazzo per ammirare il frammento a bassorilievo proveniente dal monumento funerario romano della famiglia dei Fufidi, contemporanei di Cicerone, i cui membri furono esattori per il Municipium di Arpino delle rendite provenienti dai territori della Gallia Narbonese donati da Caio Mario.
"Il quartiere Colle"
Come una quinta di palcoscenico, la barocca Chiesa dei SS. Carlo e Filippo, oggi sconsacrata, chiude in posizione defilata la scenografia della piazza, sullo sfondo della contigua via Alessandro Magliari. La facciata dalle linee ricurve, preceduta da una scalinata in pietra, è ripartita da due coppie di pilastri.
Sul lato sinistro della chiesa si apre il ripido ma affascinante percorso di Via Pio Spaccamela, che conduce fino al quartiere Colle. Sulla strada si affacciano numerosi edifici cinque-secenteschi, tra i quali sono notevoli il Palazzo Ruggeri (al civico 29), che conserva sull'architrave del portale in pietra una iscrizione datata 1458; il Palazzo Cardelli (al civico 49) dalle caratteristiche inferriate carenate alle finestre; la chiesa della Madonna della Pietà (XVI sec.), che custodisce al suo interno la statua lignea dell'Addolorata, opera dell'intagliatore austriaco Michele Stoltz (XVIII sec.); la cappella di S. Rocco, dalle bifore a sesto acuto, ma risalente alla seconda metà del Settecento.
"Il quartiere Civita Falconara" Dalla Piazza Municipio, percorrendo la Via del Liceo, ci si trova all'ingresso del quartiere di Civita Falconara.
A destra, ad angolo tra la via del Liceo e la via Caio Mario, si affaccia la secentesca Chiesa di S. Croce, in restauro. Di fronte la maestosa Fontana dell'Aquila (seconda metà del XVII sec.), in pietra, posta al punto di congiunzione tra le due strade che c onducono verso Civita.
Sullo sfondo, il portale tardo-barocco di Palazzo Conti.
Originariamente, la fontana era collocata nel cortile di Palazzo Boncompagni, poi divenuto parte integrante della Piazza Municipio. Essa raffigura due torri sormontate da un'aquila: lo stemma della città.
"Santuario di Santa Maria Assunta di Civita"
Sul luogo dove oggi sorge la Chiesa di S. Maria di Civita, un tempo si ergeva un tempio pagano, dedicato a Mercurio Lanario. Quel Mercurio protettore della lavorazione della lana, che era l'attività principale del centro romano della Civitas Falconara, racchiusa e difesa dalla muraglia che si dipartiva dall'altra rocca, Civitas Vetus. Una torre follonica, poi divenuta base dell'odierno campanile, e una lapide rinvenuta nel pavimento del recinto sacro attestano questa continuità.
Il quartiere si presenta come un insieme abitativo a parte, seppure saldamente collegato con il resto del tessuto urbano. E' situato su di uno sperone di roccia che si eleva a picco sulla vallata sottostante : un'ottima posizione strategica, che consentiva di sorvegliare il territorio verso Ovest fino alle estreme propaggini dei Monti Lepini.
La struttura urbanistica medievale, ricca di vicoli, archi e scalinate che si arrampicano in direzione della rocca, ha subito rilevanti interventi nel Settecento, nel periodo di massimo splendore per la città.
"S. Andrea e il Monastero di Clausura delle Benedettine"
Da un documento di permuta del 1084 si ha notizia certa della chiesa di S. Andrea, antica prepositura
benedettina divenuta poi Collegiata con autonomia liturgica e amministrativa, situata sul colle di Arpino ai piedi di Civitavecchia. Distrutta e ricostruita nel XIII secolo, restaurata nel 1533 e ristrutturata nel 1780, essa si presenta oggi con una facciata ad ampi riquadri. Il portale centrale in pietra proviene dalla distrutta omonima chiesa di Montenero, antica rocca situata fra Arpino e Santopadre. L'interno è a tre navate. La pala d'altare commissionata dalla Badessa dell'attiguo monastero al Cavalier d'Arpino, raffigura i due Santi protettori: San Benedetto e Sant'Andrea. Da notare che il volto del Sant'Andrea è identico a quello dipinto dallo stesso autore nell'affresco dell'Ascensione nella Cappella Borghese in S. Giovanni in Laterano. Nella grandiosa achitettura che racchiude il dipinto, oltre le figurazioni di S. Lucia, S. Pietro Martire, S. Anna con Maria Bambina e San Rocco, si ammirano in due piccole nicchie laterali una Madonna col Bambino del XV sec. e una pergamena con l'Annunciazione, ad acquarello, opera di un miniaturista del XVIII sec.