Arpino è un comune di poco più di 7mila abitanti della provincia di Frosinone.
Vi nacquero Marco Tullio Cicerone, Caio Mario, Marco Vipsanio Agrippa ed il noto pittore rinascimentale Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino.
Storicamente parte dell'antica provincia di Terra di Lavoro in Campania, trasferito al Lazio nel periodo fascista. Fu un noto centro tessile nel XIX secolo nonché sede di una famosa scuola di liutai del maestro Luigi Embergher.
Nella sua cinta di mura poligonali, dette "ciclopiche" e datate al IV secolo a.c., si apre quello che sembrerebbe essere l'ultimo arco a "sesto acuto" d'Europa.
Le origini di Arpino si perdono nella notte dei tempi.
Narra la leggenda che essa sarebbe stata fondata dal dio Saturno, protettore delle messi, così come altri centri della Ciociaria (Alatri, Ferentino, Atina, Anagni).
I suoi primi abitatori furono identificati con i mitici Pelasgi, la popolazione preellenica alla quale la tradizione attribuisce la realizzazione del gigantesco sistema fortificato delle "mura ciclopiche", dette per questo "pelasgiche", ancora oggi visibile in località Civitavecchia e in numerosi punti dell'abitato cittadino.
In realtà, i primi ad insediarsi nella zona furono i Volsci, la cui presenza è documentata sin dal VII sec. a.C. Conquistata dai Sanniti nel IV sec. a.C., passò dopo breve tempo sotto il dominio di Roma, con la qualifica di civitas sine suffragio.
La città divenne così il centro di irradiazione della civiltà romana nella Valle del Liri.
Nel 188 a.C. ottenne a pieno titolo il diritto alla cittadinanza romana, diventando civitas cum suffragio, grazie anche al contributo in termini di uomini che Arpino dette a Roma nella guerra contro Annibale.
Durante il consolato di Caio Mario l'Ager Arpinas (il territorio del municipium arpinate) si estendeva dal villaggio di Ceretae Marianae, l'odierna Casamari, fino ad Arce.
Con l'età imperiale la città conobbe un periodo di declino. Durante l'alto Medioevo Arpino fu più volte territorio di conquista: nel VII sec. cadde sotto il dominio del duca longobardo di Benevento, Gisulfo II.
Nell' 860 fu presa dai Franchi al comando del conte Guido, quindi seguirono l'invasione degli Ungari e le devastanti incursioni dei Saraceni al principio del X secolo.
Dopo l'anno Mille Arpino fu dominio normanno con Roberto, duca di Caserta.
Nel XIII sec., con l'arrivo nell'Italia meridionale degli Svevi, subì drammatiche distruzioni ad opera di Federico II (1229) e di Corrado IV (1252).
Quest'ultima incursione, culminata in un rovinoso incendio, cancellò molte delle antiche vestigia romane conservate nella città e costrinse la popolazione superstite a rifugiarsi nella vicina località fortificata di Montenero.
Oggi la conformazione della città, risultato della sovrapposizione di tanti insediamenti successivi, ricorda la forma di una ics: sulle quattro propaggini si trovano i quartieri Colle, Civita Falconara, Arco e Ponte, che si congiungono al centro nella Piazza Municipio, cuore della città.
La struttura attuale è fortemente condizionata dall'impianto sette-ottocentesco, che coincise con il momento di massima fioritura di Arpino nell'economia, nelle lettere e nelle arti. Tracce di caratteri medievali si possono individuare ancora oggi negli edifici sacri e nelle abitazioni signorili, oltre che nei resti delle fortificazioni.